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Le ficarole

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16 - LE FICAROLE

Fini a lu’ tiempo
re’ mienzu seculo fa,
‘ngè stiano a lu Celiento,
fimmene ca’ jano a fatiare
pi’ appriparà li fiche
rnt’à nu’ cistini
re strisce re lignammo
‘nturciniate ra auti fimmene
ca’ veniano ra li montagne.
Li ficarole purtaano
la unnedda longa e lu cursetto.
L’unico ‘mbelletto ca’ ‘nge stia
a lu tiempo re la fina re la guerra.
La vocca rossa comm’à ‘na cerasa,
li gguancie rose cumm’à ddoje percoche,
li cosse ritte e fuse cumm’à ‘nù pino,
li menne toste ca spertusavano la cammisa,
l’uocchie ca’ rireano sulo a vuardari
e lu sorriso gginuino re ‘na vota.
Primma re trase pe’ jre a ‘ngullettari,
na’ chiorma re giuvinotte
se fermavano ‘ncantati.
E mo’ se rice ca li ficarole re ‘na vota,
nunn ghiano solamente a ‘ngullettari,
ma pure ‘nu marito a se trovari.

Catello Nastro


TRADUZIONE

Fino ad alcuni decenni fa, il famoso fico bianco del Cilento era esportato in tutto il mondo. Le ficarole erano donne, per la maggior parte giovinette, che per aiutare la famiglia a fare il corredo per quando si dovevano sposare andavano a “’ngullettari”, cioè a confezionare i fichi secchi in cesti e cestini di varie dimensioni. Era un modo come un altro per incontrare l’anima gemella. Giovani scapoli che facevano loro la corte e ragazze che andavano a lavorare anche per trovare il fidanzato. Il fico bianco del Cilento rappresenta uno dei prodotti più importanti della “Dieta Mediterranea” nata proprio nel Cilento.

 Roberto Perrino - 24/05/2011 15:19:00 [ leggi altri commenti di Roberto Perrino » ]

Carissimo Catello, non ho mai commentato prima le tue argute poesie, ma questa l’ho letta proprio con gusto ed in un momento in cui un sorriso ci voleva! Ho anche letto la tua bellissima biografia. E poi, che buone <<... li fiche/rnt’à nu’ cistini>> dalle mie parti <<le fiche/intra lu panaru>>. Un affettuoso saluto dal Salento.

 Meth Sambiase - 23/05/2011 21:28:00 [ leggi altri commenti di Meth Sambiase » ]

Che incanto. Grazie Catello,

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